Altri articoli sul numero 54 Articoli sullo stesso argomento Fabio Sassi chiede come e' possibile collegare un magneto ottico al suo A1200, e l'ordine di grandezza della spesa complessiva. Negli ultimi due anni i dischi magneto ottici hanno fatto passi da gigante, tanto che ormai i tradizionali sistemi a cartucce magnetiche (Sysquest, Bernoulli ecc.) stanno uscendo dal mercato nonostante gli sforzi dei produttori. Non solo i magneto ottici sono piu' silenziosi, ma ormai sono anche piu' veloci e spesso piu' economici e di maggiore capienza. Mentre limiti pratici impediscono di ridurre i costi dei supporti magnetici, per i magneto ottici ci sono ancora ampi spazi di manovra. Purtroppo sono entrambi fragili: se una cartuccia cade per terra, potrebbe sviluppare settori difettosi. Quasi tutti i drive magneto ottici hanno velocita' di scrittura che e' la meta' di quella di lettura. Consumano (e quindi scaldano) piu' di un hard disk, percio' e' sconsigliabile inserirli in un A4000: la versione esterna da' meno problemi. Per Amiga bisogna comperare le cartucce da 512 byte/settore; i dischi WORM non sono utilizzabili. Per il controller un drive magneto ottico e' indistinguibile da un tradizionale sistema magnetico, quindi valgono tutte le indicazioni gia' fornite nei precedenti numeri di questa rubrica. Servendosi di CrossDos e' possibile leggere e scrivere cartucce formattate con MS-DOS, mentre A-MAX consente l'accesso a quelle in formato Macintosh. Tutti i drive magneto ottici hanno un'interfaccia SCSI2. Poiche' la velocita' di trasferimento e' relativamente bassa (dai 500 ai 1100 kilobyte al secondo) si puo' usare anche un controller SCSI, ma in questo caso bisogna assicurarsi che supporti i dischi removibili, altrimenti ad ogni cambio di cartuccia bisognera' dare il comando "diskchange". Con l'eccezione di qualche modello obsoleto i drive seguono le specifiche SCSI2 abbastanza fedelmente, percio' non occorrono particolari accorgimenti per collegarli ad Amiga: se funzionano quando sono collegati a Macintosh o a IBM compatibili con controller SCSI standard, funzionano anche su Amiga. Per essere ancora piu' sicuri bisogna accertarsi di poter ottenere le versioni piu' aggiornate delle ROM del magneto ottico e del controller in caso di problemi. Attenzione che la presa DB25 di alcuni controller PC ha piedinatura diversa da quella Amiga. I GVP ed A3000 gestiscono bene i magneto ottici pur essendo solo SCSI; le caratteristiche del controller per A1200 "Cross 1219" non sono ancora note. Oggi il formato standard di gran lunga piu' usato e' quello da 128 megabyte, che e' giunto gia' alla seconda generazione (i piu' comuni drive di seconda generazione sono gli ultimi Fujitsu ed Epson). Sono ancora in circolazione "fondi di magazzino" lenti, poco compatibili o con cartucce fuori standard (anche se sembrano quasi identiche a quelle normali): piu' che il marchio o il prezzo bisogna verificare le prestazioni. I prezzi partono dal milione e mezzo mentre le cartucce costano anche meno di 100.000 lire. Capacita' superiori richiedono cartucce da 5.25 pollici: il formato a 650 megabyte e' stato recentemente standardizzato, ma esistono anche drive da 1 gigabyte o il recentissimo Hitachi (modello OD152) da 2 gigabyte a cartuccia. Questi drive costano parecchi milioni, ma la recente comparsa di modelli molto veloci, come il modello "Sierra" della Pinnacle Micro (1.2 gigabyte, SCSI2-fast con 4 megabyte di cache interna e 19ms di tempo di accesso) ha fatto abbassare i prezzi degli altri. Il costo di queste meccaniche e' paragonabile a quello di un hard disk SCSI2 da 3 gigabyte (che oltretutto e' facilmente reperibile): se si ritiene che questa capacita' sia sufficiente alle proprie esigenze, e' controproducente acquistare un piu' lento e problematico magneto ottico.