Altri articoli sul numero 60 Angelo Michele chiede se e' possibile collegare un modem portatile ad un telefono cellulare, facendo notare i molti vantaggi di questo abbinamento. Ipotizza inoltre che dal connettore presente su quasi tutti i "telefonini" si possano ricavare i segnali necessari al funzionamento del modem. Il problema della connessione di modem e fax ad un telefono cellulare ha soluzioni collaudatissime, perche' e' una necessita' nata praticamente assieme al Servizio Radiomobile e da anni e' soddisfatta da installatori e produttori di accessori, soprattutto in alcuni paesi esteri. La stessa SIP, nei negozi piu' qualificati, sta cominciando a proporre kit e prodotti per la trasmissione dati su servizio radiomobile. Naturalmente la maggior parte delle soluzioni sono orientate verso le esigenze dei notebook IBM compatibili, ma alcune sono perfettamente adattabili ad Amiga. Questo pero' non significa che basta un cavetto, perche' all'interno del telefono cellulare non si trova nulla che sia mimimamente somigliante ai segnali della comune presa a muro SIP. La maggioranza dei telefoni cellulari ha solo tre connessioni verso l'esterno, su connettori separati o, piu' spesso, su un connettore combinato con piedinatura proprietaria non standardizzata: la prima interfaccia fa capo al circuito a radiofrequenza e serve per l'antenna esterna, mentre la seconda serve per l'alimentazione. La terza (usata di solito dal vivavoce) e' collegata ai circuiti a bassa frequenza: in pratica coincide con la presa che in un telefono normale accoglie il cavo spiralato che va al microtelefono (la "cornetta"). Quindi e' inutilizzabile per il collegamento ad un pocket modem, a meno che non si modifichi quest'ultimo in modo da prelevare le linee di trasmissione e ricezione a monte della sua forchetta (cosa quasi mai possibile), e anche in questo caso il numero di telefono andrebbe composto a mano sulla tastiera del cellulare. Per risolvere il problema dell'interfacciamento con fax e modem portatili i costruttori hanno dovuto seguire altre strade. Per i telefoni piu' recenti e sofisticati (es: SONY GSM) e' disponibile una schedina PCMCIA da inserire nel computer, contenente un intero modem/fax modificato e tutti i circuiti di interfaccia; sul suo retro esce un cavo da inserire o agganciare nella presa del telefonino prevista per questo scopo. Questa soluzione non e' utilizzabile con Amiga, in quanto non esistono al momento driver software per gestire i modem PCMCIA (la situazione potrebbe cambiare nel prossimo futuro), pero' e' indubbiamente la piu' compatta e meccanicamente stabile. La via classica, piu' versatile, consiste nel collegare al telefonino un circuito che sintetizzi i segnali presenti in una normale presa a muro SIP; bisogna pero' prestare attenzione ad eventuali limiti di alcuni di questi kit di intefaccia, tipicamente la impossibilita' di usare il modo autodial o autoanswer del modem o la necessita' di servirsi di un particolare modem e programma di comunicazione, ovviamente per MS-DOS. Per il funzionamento del kit e' necessario accedere a parecchi circuiti del telefonino, che quindi deve essere predisposto per accoglierlo. Poiche' non esistono standard che specifichino i segnali sulle prese dei telefoni, ogni modello e' diverso dagli altri e richiede il suo kit dedicato (che a volte si riduce a poco piu' di un cavo). Normalmente non solo e' costoso ma e' anche abbastanza ingombrante, e alcuni produttori di accessori propongono valigette in cui resta precablato assieme al computer. Questa e' la soluzione attualmente utilizzabile con Amiga. Il punto dolente e' dato dal fatto che i telefonini "normali" seguono lo standard E-TACS, che e' un'invenzione della SIP ed esiste solo in Italia. Solo da pochi mesi si e' manifestata una richiesta sufficiente a convincere i produttori a costruire modelli predisposti ad accogliere il kit di interfaccia (a sua volta spesso piu' mitico che realmente disponibile). I modelli che SIP consiglia per il servizio Family, citati da Angelo Michele, sono molto economici e progettati per un uso basico, quindi hanno ben poche possibilita' di espansione; invece tra le ultime offerte SIP figurano i modelli NEC P7 e Ericsson EH237, che (con un canone di poco superiore) sono predisposti per l'interfaccia fax/modem. Non ci e' ancora stato possibile averli a disposizione per una prova di funzionamento con Amiga, quindi conviene (come al solito) provarli "sul campo". La pratica con un modem Telebit in standard proprietario PEP (tra i piu' resistenti ai disturbi di linea) ha mostrato che il collegamento a banche dati tramite un telefono cellulare non da' grossi problemi se si e' in una posizione fissa e si riceve bene il segnale del ripetitore, tenendo presente che per fare sessioni lunghe bisogna che le batterie del telefono cellulare siano ben cariche. I problemi nascono se il segnale e' debole (in questo caso l'antenna potenziata e' pressocche' obbligatoria) o, peggio, se si verifica un "hand-over", cioe' la commutazione della comunicazione da una cella ad un'altra. Durante l'hand-over la linea cade per qualche attimo e viene ripristinata con un'altra di caratteristiche spesso molto diverse, con conseguente interruzione della comunicazione tra i modem. Lo standard MNP10 supportato dai modem piu' recenti e costosi e' stato ideato proprio per ovviare a questa caratteristica del servizio radiomobile. Esistono anche prodotti concepiti proprio per funzionare con telefoni cellulari, come lo ZyCellular Zyxel o il Worldport US Robotics. Per la verita' in certe ore e luoghi l'hand-over non funziona comunque, neanche per le comunicazioni a voce, a causa della congestione del servizio. La predisposizione per l'interfaccia PCMCIA o "tradizionale" e' invece quasi sempre presente sui nuovi telefonini che seguono lo standard europeo digitale GSM ampiamente diffuso fuori dall'Italia; questi telefoni dovrebbero anche essere immuni dal problema dell'hand-over. Il servizio GSM italiano e' ancora in fase sperimentale in attesa che si risolva il problema del secondo gestore.