Altri articoli sul numero 114 Articoli sullo stesso argomento Oggi posseggo un'A1200 in un case Power Tower, espanso con una Blizzard 1260, SCSI kit e 48 MB di RAM. Iniziai ad interessarmi seriamente all'Amiga nel gennaio del 1997 quando iniziai a leggere Amiga Magazine e comprai cosi' il mio primo 1200 nell'estate del 1998. Oggi continuo a usare l'Amiga grazie all'AGI e agli amighisti di Padova. Iniziai ad usare l'Amiga per gioco quando avevo ancora 11 anni, quando mi si ruppe il C=64 e il mio primo Amiga fu il 600HD. Tuttora lo posseggo ma rimane inutilizzato. Mi ricordo pero' che, in un vecchio numero di Amiga Magazine, in una fiera, qualcuno era riuscito a trasformare quel piccolo Amiga in un portatile. Mi chiedevo se potevi scrivere un articolo su tale argomento che potrebbe diventare interessante visto che di Amiga portatili non esistono e mai esisteranno. Alberto Bonomo In passato sono stati proposti diversi kit e progetti per rendere trasportabile o portatile l'Amiga 600; quello citato nella lettera si riferisce a un prodotto artigianale di origine statunitense, realizzato in modo piuttosto rozzo, che fu presentato alla fiera di Colonia ma non ha mai raggiunto lo stadio di produzione industriale. L'ostacolo piu' grande per rendere trasportabile l'Amiga e' il fatto che non e' possibile usare i normali schermi a cristalli liquidi impiegati dai computer portatili, perche' il loro connettore accetta solo segnali digitali con frequenza di sincronismo fissa e molto piu' alta di quella generata dall'Amiga. Le soluzioni al problema sono due: quella 'economica' consiste nell'adattare un TV portatile LCD con ingresso videocomposito collegandolo all'uscita videocomposita di Amiga. In questo modo e' possibile vedere, in modo non troppo nitido, solo la risoluzione PAL. La soluzione migliore consiste nell'acquistare uno schermo LCD con ingresso VGA RGB standard e alimentazione a 12 volt (come alcuni modelli Miro), e collegarlo all'Amiga servendosi di una scheda grafica oppure uno ScanDoubler. I problemi sono tre: il costo stratosferico, l'elevato assorbimento di corrente, e l'eventuale incapacita' dello schermo LCD di sincronizzare alcune delle risoluzioni Amiga, poiche' i pannelli a cristalli liquidi sono molto rigidi nella forma e frequenza dei segnali di sincronismo accettati. Una volta risolto il problema dello schermo, resta la necessita' di alimentare l'Amiga e lo schermo LCD da una batteria a 12 o 24 volt. La soluzione al problema si e' molto semplificata, poiche' da alcuni mesi la ditta Custom Engineering di Fontanellato (PR) distribuisce per l'Italia ai rivenditori di computer (non ai privati) una linea di alimentatori da PC che accetta in ingresso la tensione prodotta da una, due o quattro batterie al piombo a 12 V. Uno di questi alimentatori costa circa mezzo milione di lire, che si aggiungono ai due o tre milioni necessari per risolvere in modo dignitoso il problema dello schermo. E' chiaro che di fronte a questa spesa e' sicuramente poco vantaggioso partire dalla scheda madre dell'A600. Conviene piuttosto trasformare un'A1200, o meglio un Amiga 4000T inserendo la sua scheda madre negli appositi cabinet compatti con maniglia di trasporto e supporto per schermo LCD integrato, commercializzati in Germania da diversi rivenditori tra cui Wagner Computer di Erbach.