Altri articoli sul numero 42 Articoli sullo stesso argomento I drive IBM a 3.5 pollici a bassa densita' dovevano funzionare correttamente con gli stessi controller dei drive da 360k, quindi dal punto di vista elettrico sono quasi identici, con due sole differenze: la forma del connettore (ma non la disposizione dei segnali) e il segnale /DISKCHANGE che e' sempre presente, ma nei drive configurati per essere montati sui computer di classe AT e' collegato su un piedino diverso rispetto ai drive da 360k. Quindi bisogna individuare il jumper da spostare per ritornare alla configurazione "da 360k" che e' quella richiesta da Amiga; in alcuni drive e' posto sullo stampato interno e non accessibile senza uno smontaggio. Alcuni drive (Chinon e anche altre marche) con questa modifica possono essere collegati al connettore per il DF1: di A2000 senza bisogno di circuiti aggiuntivi. I drive da 5.25 pollici a bassa densita' essendo obsoleti si possono trovare con facilita' gratis o quasi e soprattutto in mancanza di disco rigido anche poche centinaia di kilobytes "in linea" possono essere utili, tuttavia connessi ad Amiga danno luogo a qualche problema. Il primo e' dovuto al fatto che Amiga usa 11 settori per traccia mentre MS-DOS ne usa 9: la densita' di memorizzazione e' superiore e un buon 20% dei dischetti "da 360k" bulk non la regge; in compenso in genere i drive leggono 42 o 43 tracce senza difficolta'. Affinche' Amiga possa riconoscere questo tipo di drive come tale, e' necessario un circuito elettronico aggiuntivo che dietro comando fornisca un codice di identificazione. Con un piccolo trucco pero' e' possibile farne a meno e servirsi dell'interfaccia pubblicata sul numero scorso: basta usare una di quelle utility che riserva delle tracce creando un file fittizio "segnaposto". Su un normale dischetto da 3.5 pollici riservate in questo modo le tracce dalla 43 o 42 fino alla 79, dopodiche' quando volete formattare un dischetto "da 360k" copiate su di esso le tracce da 0 a 41 (42) del "master" cosi' creato. Ora AmigaDOS crede di avere a disposizione un normalissimo dischetto mezzo pieno! Per usare Crossdos non ci sono problemi in quanto basta editare la mountlist. L'unico problema che resta e' il fatto che il tempo tipico per uno step delle testine di questi drive e' 6 millisecondi, contro i 3 dei drive normali. Occorre usare una utility per settarlo, ma cio' mette fuori gioco i programmi come A-MAX che invece riducono questo periodo. Con l'AT la IBM introdusse una variazione nell'interfaccia dei drive: con tipica lungimiranza, decise che due floppy drive sono il massimo a cui si puo' ambire e rimpiazzo' le due linee /SEL3 e /SEL4 con due MOTOR_ON distinti per i drive, inoltre aggiunse una linea /LOW_DENSITY che il drive dovrebbe usare per informare il controller sul tipo di dischetto. Quello che e' successo e' che i produttori di drive "compatibili", per avere prodotti adattabili sia a XT che a AT, hanno implementato ogni possibile combinazione dei due standard e possibilmente entrambi contemporaneamente, selezionabili con una miriade di jumper spesso ben mimetizzati. I drive da 5.25 pollici ad alta' densita' sono quelli che hanno avuto piu' successo su Amiga, poiche' agli occhi del sistema operativo appaiono come dei normalissimi drive da 3.5 pollici. E' possibile usare dei normali dischetti a bassa densita', che sino a poco tempo fa erano piu' economici di quelli da 3.5 pollici. L'unica cosa a cui prestare attenzione e' la piedinatura del connettore, perche' esistevano anche drive da 5.25 pollici e 80 tracce per XT. Il trasferimento di dati da un computer MS-DOS dotato di floppy drive HD da 5.25 pollici puo' avvenire tramite crossdos purche' il dischetto sotto MS-DOS venga acceduto facendo uso di un "BIOS-enhancer" come il celebre programma 800. Il segnale di /DISKCHANGE e' sempre presente in questi drive.