Altri articoli sul numero 68 Un tormento che affligge da sempre gli utenti Amiga e' la freqeunte perdita di ora e data dell'orologio interno. Di solito la causa e' software: molti programmi (soprattutto demo e giochi) sovrascrivono per motivi misteriosi i registri del real time clock. Per evitarlo si puo' mettere un interruttore lungo la pista che porta al piedino 10 (abilitazione scrittura) del chip MSM6242 o RP5C01. In alcuni casi lo scompiglio e' tale che i Workbench precedenti all'2.0 segnalano un inesistente guasto all'orologio. Il bug e' stato rimosso a partire dal Workbench 2.04, ma gia' a partire dalla versione 1.3.2 il comando SetClock accetta il parametro RESET, che rimette a posto le cose. Per regolare l'orologio si usa l'editor Time del cassetto Prefs; il comando SetClock e' conservato solo per compatibilita' con il Kickstart 1.2 e 1.3. In condizioni normali non c'e' bisogno di usarlo, anche perche' il Kickstart 2.0 o successivo controlla automaticamente alla partenza la presenza del real time clock. La pila tampone per l'orologio interno degli Amiga e' quasi sempre del tipo ricaricabile al nickel-cadmio (a forma di cilindretto coricato), da 3.6 volt e capacita' compresa tra 40 e 100 mAh (identica a quella dei PC compatibili). Il problema di queste batterie e' l'elevata autoscarica, per cui basta tenere un paio di mesi l'Amiga prevalentemente spento per azzerare la carica e perdere l'ora. Per ricaricare completamente la batteria si deve tenere l'Amiga acceso per una decina di ore nell'arco di una settimana, di cui almeno le prime otto consecutive. Se l'Amiga ha qualche anno di vita questa cura potrebbe essere inefficace. Infatti le batterie al nickel-cadmio hanno una durata limitata (tre-sei anni a seconda dell'uso), dopodiche' la capacita' si riduce drasticamente, e alla fine si ha la perforazione del contenitore con fuoriuscita dei reagenti. All'inizio formano un'incrostazione cristallina biancastra sui poli della pila, che continua a funzionare. Ma sono acidi aggressivi, che poco dopo iniziano a farsi strada sotto lo strato di vernice protettiva del circuito stampato. Consumano le piste della motherboard e i piedini dei chip, che vengono ridotti in ossidi bluastri. In pochi mesi questa cancrena si estende dentro gli strati della motherboard (o espansione di memoria), formando una vistosa macchia scura di acidi e piste semisciolte attorno alla batteria: alla fine i danni compromettono definitivamente il funzionamento del computer. Quindi di tanto in tanto bisognerebbe controllare lo stato della pila, sostituendola (o almeno togliendola!) appena si notano i primi segni di corrosione. Purtroppo l'espansione A501 Commodore e' completamente schermata e rende molto difficile il controllo, rapido nel caso di A2000, A3000 e A4000. Gli apparecchi elettronici non possono essere abbandonati per mesi o anni in un angolo: sono deperibili, e contengono tanti materiali che nel corso del tempo si degradano spontaneamente. Per la loro conservazione (che non puo' essere indefinita) bisogna seguire regole che normalmente non vengono riportate sui manuali. I computer sono tra i piu' delicati, e non si dovrebbero mai lasciare inutilizzati e senza controlli per tanti mesi, specialmente in luoghi umidi a temperature non confortevoli per gli esseri umani. Chi conserva in qualche ripostiglio il proprio A2000 senza usarlo ne' controllarlo mai, ad esempio perche' sostituito da un moderno A4000, rischia seriamente di non vederlo mai piu' funzionare.