Altri articoli sul numero 71 Tutto cio' e' direttamente e completamente applicabile al caso del campionamento di un suono. Stavolta il rumore di quantizzazione lo percepiamo come fruscio o crepitio di fondo; il numero di bit per pixel e' un numero di bit per campione che codifica il livello istantaneo della pressione acustica o valore istantaneo della tensione che esce dal microfono (CD32, in questo caso); la dinamica e' l'intervallo di volume che separa il suono piu' forte riproducibile senza distorsione dal piu' debole. 8 bit non sono sufficienti per coprire la dinamica di un segnale musicale o parlato di alta qualita': ecco perche' se si aggiusta il volume di registrazione per acquisire senza distorsione i suoni forti, il fruscio del dithering sommerge quelli deboli. Infatti i suoni deboli e i fading sono gli analoghi dei contorni delle immagini, cioe' sono zone in cui il segnale coinvolge solo i bit meno significativi (zone scure) oppure subisce brusche variazioni. Le soluzioni sono le stesse che si adottano nel campo della fotografia digitale. Per compensare la carenza di dinamica si deve diminuire il contrasto, cioe' far passare il suono in un compressore di dinamica. Fortunatamente e' un dispositivo comunissimo: si tratta fondamentalmente della parte di codifica dei sistemi di registrazione DBX e Dolby B. Quindi, invece di campionare la musica direttamente dal CD32 e' sufficiente registrarla con il Dolby B o DBX inserito. Si campionera' poi dalla cassetta, riproducendola con Dolby disinserito (il Dolby influenza anche l'equilibrio tra frequenze acute e gravi, quindi a seconda del tipo di musica potrebbe essere utile correggere i toni). Nel caso delle immagini che abbiamo visto il dithering e' effettuato da un programma, da cui dipende gran parte della qualita' della resa finale. L'analogo sonoro di questo programma e' il campionatore audio stesso, e precisamente una sua qualita' detta "linearita' differenziale". I campionatori a 8 bit normalmente hanno una linearita' assai scarsa, al contrario di quelli a 10 - 12 - 16 bit. Per questo motivo e' sempre conveniente campionare col maggior numero di bit possibile, per poi buttar via in seguito quelli "di troppo": si gode cosi' della maggior linearita' del convertitore analogico/digitale, che si traduce in un fruscio di fondo inferiore. Esistono anche campionatori a 8 bit con ottima linearita', e si riconoscono appunto per il minor crepitio o fruscio che sovrappongono ai segnali di basso livello. Normalmente la linearita' peggiora all'aumentare della frequenza di campionamento. Il dolby surround si basa su una precisa relazione di fase tra i due segnali stereo. Non tutti i software di campionamento la conservano, ma solo quelli che danno il comando di conversione simultaneamente al convertitore destro e sinistro. Purtroppo, per raggiungere frequenze piu' elevate o per risparmiare sull'hardware, quasi tutti i programmi per campionatori ad 8 bit introducono uno sfasamento tra i campioni destro e sinistro che distrugge l'effetto. Va ricordato infine che i convertitori digitale/analogico di Amiga sono a 14 bit ma con linearita' scadente, pari ad un convertitore ad 8 bit. Per questo motivo i progettisti di Agnus hanno collegato direttamente ai canali DMA solo gli otto bit meno significativi, lasciando gli altri accessibili solo alla CPU e chiamandoli "controllo di volume". Questa definizione e' prevalentemente nominale ma, essendo stata ripresa sia dalla documentazione tecnica che dai dati dichiarati dalla Commodore, per anni non e' stato fatto alcun tentativo per utilizzare al pieno delle possibilita' le uscite audio. Ormai pero' tutto il software moderno usa tutti i 14 bit, ma non si tratta dell'opzione "play hi-fi" che incuriosisce Stefano: di solito nei programmi di gestione dei campioni questa voce del menu' forza la disabilitazione temporanea del multitasking e la sospensione del refresh video (lo schermo sparisce) durante la riproduzione dei campioni, per aumentare la precisione dell'intervallo che separa l'emissione di campioni consecutivi. Questo accorgimento riduce il cosiddetto "jitter", che durante la riproduzione normale potrebbe essere avvertibile (soprattutto alle frequenze di campionamento superiori a 20Khz) sotto forma di distorsioni degli acuti e distruzione dell'immagine stereofonica. Non bisogna confondere il rumore di quantizzazione con la frequenza di campionamento; sono due cose del tutto diverse. Nel caso delle immagini abbiamo visto che il rumore di quantizzazione si manifesta come "granulosita'", mentre la frequenza di campionamento non e' altro che la risoluzione, cioe' il numero di pixel che compongono l'immagine. E' chiaro che entrambi i fattori concorrono nel formare la qualita' finale, ma per vie diverse. Il valore della frequenza di campionamento stabilisce il dettaglio con cui verra' ricostruito il segnale, che nel caso del suono si traduce nella massima frequenza riproducibile. I filtri audio dei campionatori e dell'Amiga lavorano a frequenza fissa, quindi la frequenza di campionamento non si potrebbe scegliere arbitrariamente. Il tentativo di introdurre nel campionatore frequenze troppo alte per i filtri ha un effetto controproducente sulla qualita' del suono: durante la riproduzione compaiono rumorini metallici che seguono l'andamento dei suoni acuti. Per eliminarli, in fase di campionamento bisogna fornire all'Amiga un segnale opportunamente privato di toni acuti con un equalizzatore (basta qualche prova per trovare la posizione adatta al proprio campionatore e software), mentre in riproduzione non si deve scendere al di sotto di 8000 campioni al secondo (se si tiene il filtro di Amiga inserito) o di circa 20000 (a filtro disinserito).